Onsen è il nome giapponese (in italiano reso variamente al maschile o al femminile) con cui si indica una stazione termale (wikipedia).
Durante il nostro viaggio in Giappone abbiamo deciso di non rinunciare all’esperienza di fare il bagno proprio in una onsen; non conoscevamo esattamente i dettagli o cosa ci aspettasse, ma eravamo curiose di immergerci nelle calde acque tipiche della cultura termale giapponese.
Questa usanza è molto antica e ha delle regole piuttosto precise, ve ne raccontiamo qualcuna.
• Le zone sono ben suddivise fra uomini e donne;
• Si accede alla onsen nudi e dopo aver fatto un’accurata pulizia di tutto il corpo in una zona dedicata. Si può utilizzare un piccolo asciugamano per lavarsi con cura, ma attenzione: quest’ultimo non deve mai toccare l’acqua termale della vasca;
• Non si può accedere alla onsen se si hanno tatuaggi. Tradizione vuole che i componenti della yakuza, la mafia giapponese, abbiano molti tatuaggi e non siano pertanto accettati all’interno delle zone termali. Se ne avete, accertatevi che la onsen scelta non abbia restrizioni in tal senso e, qualora ne avesse, munitevi di crema waterproof adatta alle vostre esigenze (sempre se permessa);
• Si entra delicatamente nella vasca, l’acqua è molto calda e può arrivare fino a 45 gradi centigradi. Ci si immerge a piacimento fino al collo, l’ideale è restare ogni tanto seduti sul bordo e poi rientrare;
• Dopo il bagno ci si lava? Ci sono pareri discordanti. Alcuni dicono di non lavarsi per non perdere l’effetto benefico dell’acqua termale, noi abbiamo preferito riportare il corpo ad una temperatura più bassa con una doccia tiepida.
L’esperienza è stata divina, sia nel bagno pubblico di un hotel dove soggiornavamo, sia nel ryokan che abbiamo scelto a Kyoto e di cui parleremo in un articolo apposito.
Un’intensa sensazione di relax e benessere vi pervaderà anche se starete in acqua pochi minuti… consigliatissimo!