Anche se in molti hanno già ammirato le bellezze della Città Eterna, tornare tra le vie capitoline ha sempre un fascino particolare in qualsiasi periodo dell’anno. È proprio quello che abbiamo deciso di fare noi in un weekend di novembre per staccare dalla routine lavorativa.
Raggiungere la capitale è molto semplice e immediato: con un treno ad alta velocità è possibile arrivare in poche ore e non perdere neanche un po’ del poco tempo a disposizione.

Arrivate di sabato verso le 18.00 alla stazione Roma Termini, ci siamo dirette subito verso l’hotel che abbiamo individuato per questo soggiorno. La nostra scelta è stata quella di prenotarne uno vicino alla stazione, con interni in stile moderno e che offrisse la colazione. La posizione è stata per noi una scelta prioritaria, avendo poco tempo per girare la capitale e preferendo spostarci a piedi.
Hotel Galatea Claudia, Hotel Galatea
Siamo arrivate facilmente in via Genova al Boutique Hotel Galatea, situato al terzo piano di un edificio storico all’interno di una corte residenziale. Abbiamo trovato la nostra stanza in ottime condizioni, completa di un buon beauty kit e di vassoio con acqua e bollitore. Una vera scoperta: camere dipinte con colori tenui, una vecchia cattedra in legno ristrutturata e alla parete una finestra antica che oggi è uno specchio dal design affascinante. Tutto attorno a noi risultava caldo e accogliente, ma la città ci stava aspettando!
Abbiamo rapidamente individuato un buon ristorante per la sera e, passando davanti al Palazzo delle Esposizioni e al Quirinale, ci siamo recate a visitare uno dei punti più belli della città anche dopo il calar della sera: la Fontana di Trevi.

Nonostante la leggera pioggia serale sembrasse fermarci, ci siamo dirette verso la vasca della fontana per il tradizionale rito del lancio delle monete. Non abbiate timori, le monete non rimarranno per sempre sul fondale della fontana, ogni giorno vengono raccolti circa tremila euro che vengono donati in beneficienza. Non provate ad appropriarvi di questo tesoretto, dopo il lancio diventa di proprietà del comune di Roma e potreste subire gravi conseguenze. Il lancio va eseguito rigorosamente con la mano destra dietro la spalla destra: il tutto sarà di buon auspicio per il ritorno nella Città Eterna.
Eterna come le massicce sculture della fontana che sembrano pronte ad animarsi, con il travertino bianco lucidato dai lapilli di acqua battente. Ammaliate dalla composizione scultorea, non abbiamo potuto fare a meno di notare che sul lato destro in alto, a lato della fontana, è stato scolpito un ampio vaso intarsiato.

Questo elemento, apparentemente fuori dal coro, ha avuto una funzione molto curiosa; all’epoca della costruzione, infatti, il proprietario della bottega di fronte aveva espresso forti critiche verso la scelta di creare una fontana proprio davanti la sua porta e così, per non nuocere alla sua vista, ecco un bel vaso a coprirgliela!
La passeggiata è proseguita verso Piazza di Spagna, un tempo luogo di residenza delle comunità spagnole, francesi e inglesi e oggi affascinante punto di ritrovo nel centro della città. Al termine della famosa scalinata, la Fontana della Barcaccia ci ricorda che in passato le inondazioni del Tevere causarono diversi danni alle imbarcazioni. Il padre di Bernini, autore della lavorazione della fontana, prese ispirazione proprio da uno di questi eventi.

La fontana è famosa anche per la sua forma fuori dai canoni: si contrappone infatti a tutte le altre per la mancanza di getti potenti e scenografici; la scelta è dovuta principalmente alla mancanza di pressione della sorgente sottostante il punto in cui è collocata. Questa caratteristica sottolinea ulteriormente la sorte della Barcaccia, vittima della sfortunata inondazione.
Voltate le spalle alla fontana, ci siamo dirette lungo Via dei Condotti dove il lusso esplode dalle vetrine illuminate e inebria gli occhi.
Cacio e pepe Saltimbocca alla romana e carciofo alla giudia
Poco distante, il ristorante Otello della Concordia ci ha deliziato con i tipici piatti romani: pasta cacio e pepe, carciofi alla giudia e saltimbocca alla romana. Vere e proprie delizie per il palato!
Da questo punto vi consigliamo di raggiungere anche Piazza del Popolo (noi abbiamo preferito riposarci in vista della giornata successiva).

Il secondo giorno della nostra breve permanenza a Roma è stato il più ricco. Cariche dopo la colazione in hotel, abbiamo deciso di fare un giro tra le vie del centro storico. Prima tappa Colonna Traiana, poi Piazza Venezia per ammirare l’Altare della Patria e in seguito Corso Vittorio Emanuele per un piccolo fuori rotta: la ricerca della pizzeria La Montecarlo dove il frontman del gruppo musicale The Smiths ha scattato una delle sue fotografie più famose in Italia.

Solo i più appassionati faranno di questo luogo un’immancabile tappa!
Siamo ben presto ritornate su tratte più conosciute per raggiungere il famoso Ponte Sant’Angelo e poi Piazza Navona, una delle più antiche e ampie piazze di Roma.

Inizialmente pensata e progettata come stadio per le gare sportive, dopo il suo utilizzo principale assunse la forma attuale: ampie facciate ne delimitano i confini, turisti e non vi sostano per ammirare la fontana del Bernini dedicata ai Quattro Fiumi.

Questa maestosa fontana raccoglie sotto ad un obelisco quattro sculture; noi ci siamo divertite a scoprire e attribuire i nomi dei fiumi ad ognuna di queste. Vi diamo qualche piccolo suggerimento.
Una scultura ha il volto velato in quanto all’epoca della composizione le sorgenti del fiume non erano ancora state individuate: si tratta del Nilo. Segue una scultura attorniata da fichi d’India, si tratta del fiume Gange che, con il remo in mano, indica la navigabilità delle sue acque. E’ poi il turno del Danubio che indica l’emblema della famiglia Panphili. Infine una statua leva la mano in direzione della chiesa di Sant’Agnese del famoso Borromini, antagonista di Bernini – scultore della fontana: si tratta del fiume Rio de la Plata che, con fare di disprezzo, si copre la vista dalla facciata della chiesa. Un gesto di sfrontata sfida tra i due artisti dell’epoca!
La fontana è ricca di simboli, uno di questi vede la presenza di una colomba sull’obelisco, dimostrazione del fatto che sia la religione a prevalere sul paganesimo (qui rappresentato dall’obelisco stesso).
Dopo questa immersione nella simbologia barocca e nella vita cittadina contemporanea, ci siamo dirette verso Trastevere.
Samantha e l’amatriciana Carbonara
Una rilassante camminata lungo il Tevere ci ha condotte nella zona Testaccio dove abbiamo mangiato un ricco piatto di pasta all’amatriciana e di carbonara nel famoso locale Da Bucatino, consigliato a chi come noi cerca locali tipici e cibo verace.
In zona abbiamo poi visitato il colle Aventino e, al termine della breve passeggiata, abbiamo sostato nel Giardino degli Aranci o Parco Savello da cui si gode di una splendida vista sulla città.
In questo parco sono state girate anche alcune scene del film di Sorrentino La Grande Bellezza in cui si vede il protagonista Jep (Toni Servillo) passeggiare e meditare.
Poco più lontano una tappa insolita, ovvero una piccola serratura da cui è possibile ammirare la vista della Cupola di San Pietro attorniata da splendide siepi: una fugace visione da cartolina. Dopo questa esperienza, scese dal colle, ci siamo dirette alla Bocca della Verità.
Curiosità: la Bocca della Verità è celebre anche per una scena del film Vacanze Romane in cui la protagonista Anna (Audrey Hepburn) rimane scioccata dal finto taglio della mano dell’attore Gregory Peck. Si narra, infatti, che chiunque fosse stato infedele nei confronti della persona amata avesse perso la mano dopo averla inserita nella fessura dell’oracolo. |

La nostra giornata si è conclusa con un buonissimo cocktail da Magasin, in quartiere Monti.
L’ultimo giorno della nostra visita alla capitale si è arricchito di tre immancabili tappe: il Colosseo, Piazza San Pietro e Piazza del Popolo.

Sul primo non ci vogliamo soffermare nel dettaglio trattandosi dell’anfiteatro romano più famoso e visitato al mondo; è d’obbligo passeggiarvi davanti e ammirare quello che resta delle vestigia romane volute da Tito nell’80 d.C.

La seconda tappa è stata Piazza San Pietro, famosa meta di pellegrinaggio e sì, anche questa piuttosto scontata da consigliare, ma non possiamo esimerci dal dire che ammirare la grandezza dell’opera e la vivacità del colonnato del Bernini – che ospita 140 statue di santi – non ha prezzo.
Dopo un po’ di riposo abbiamo fatto rotta verso una delle indimenticabili pause culinarie all’Osteria dell’Angelo, un locale voluto e gestito da un ex giocatore di rugby – lo si nota anche dall’arredamento tutto in tema sportivo – che offre la cucina romana a misura di cittadino e di turista. Il menù è semplice e ad ogni boccone si assapora la romanità degli ingredienti e della cucina. Da provare!

Abbiamo infine salutato la città con una lunga passeggiata fino a Piazza del Popolo, uno dei salotti romani più famosi. La piazza è di forma ovale e dà il via alla cosiddetta zona del Tridente, ovvero le tre strade che ospitano i negozi più famosi della capitale (Via di Ripetta, Via del Corso e Via del Babbuino).
Sul lato è possibile vedere il Parco del Pincio ma ciò che attirerà maggiormente la vostra attenzione saranno le due chiese gemelle Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in Montesanto (o Chiesa degli Artisti).
La nostra passeggiata nel Tridente si è conclusa in Piazza di Spagna e poi tra i vicoli romani verso la stazione Roma Termini dove abbiamo salutato la città e concluso la nostra gita della durata di un weekend. Chissà se il lancio della monetina nella Fontana di Trevi ci porterà fortuna e ci farà tornare in questa splendida cornice…